Perché abbiamo difficoltà a cambiare?

A tutti noi è capitato di verificare che le cose, in un particolare ambito della nostra vita, proprio non funzionassero. Magari riusciamo anche a mettere a fuoco ad un certo punto la necessità stringente di apportare un cambiamento al nostro modo di reagire di fronte a certi stimoli o al nostro modo di interpretare e vivere certe situazioni. Ma nonostante questa consapevolezza ci si ritrova a dire “non riesco ad agire diversamente, è più forte di me”, o “sono fatto così, è il mio modo di reagire”, ed infine “come si fa a cambiare? È impossibile!”

Quando si verifica questa situazione molto probabilmente siamo di fronte ad una resistenza al cambiamento.

Perché succede questo?

In generale non vogliamo perdere quello che abbiamo, la paura del fallimento si insinua nella nostra mente e, come se non bastasse, non conosciamo il nuovo che si prospetta. E tutti noi almeno una volta ci siamo sentiti dire il vecchio adagio “Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova”.

Tutto questo provoca incertezza, che ci genera ansia e ci spinge a rimanere nella nostra zona di confort.

Ma cosa accade più precisamente?

Le prime teorie psicologiche sostenevano che la resistenza al cambiamento individuale fosse semplicemente un problema di motivazione. Pertanto, si pensava che per eliminare questa resistenza bastasse convincere la persona ad auto motivarsi.

Le teorie più recenti invece ci dicono che quando resistiamo al cambiamento è perché ci sono diverse aree problematiche, che possono riguardare la storia di vita o la situazione attuale. In questa prospettiva, la resistenza al cambiamento personale è un’occasione incredibile per guardare dentro di noi e conoscerci più profondamente per poter arrivare a un benessere maggiore.

Ci sono diverse tipologie di resistenza al cambiamento e diversi fattori che ci tengono ancorati ai vecchi schemi che non sono funzionali perché non ci mettono in grado di raggiungere il nostro obiettivo che dovrebbe essere il ben-essere.

Possiamo individuare quattro principali tipologie di resistenza al cambiamento.

1. “Meglio un uovo oggi o una gallina domani?”

Questo tipo di resistenza si verifica ogni volta che decidiamo di cambiare il modo di fare qualcosa e nella fase iniziale in cui il nuovo metodo ci porterà meno risultati del vecchio, e ciò ci richiede un impegno e un dispendio energetico maggiore per risultati uguali o addirittura inferiori.

Una superficiale analisi costi-benefici ci porta infatti a dare molto più peso alla fatica e all’impegno iniziale, sottovalutando invece i benefici che raccoglieremo grazie al nuovo approccio nell’immediato futuro quindi a scegliere l’uovo piuttosto che la gallina.

2. Il blocco emotivo

Una volta scelta la gallina, ossia il nuovo metodo più funzionale che alla lunga ti darà ottimi risultati, può succedere che continui a rimanere bloccato.

E magari il solo pensare a quel cambiamento ti fa sentire in ansia e angosciato. In questo caso la tua resistenza al cambiamento potrebbe essere di natura emotiva.

Questo blocco emotivo può avere diverse spiegazioni: puoi essere spaventato dalle novità e dai cambiamenti, oppure hai una tendenza al perfezionismo e l’idea di provare una cosa nuova porta con se il rischio del fallimento. O ancora hai bisogno di tenere tutto sotto controllo e la novità, almeno nella sua parte iniziale, ti fa sembrare che le cose ti sfuggano di mano.

3. La corrente sottomarina

Un’altra tipologia di resistenza al cambiamento assomiglia tanto ad una corrente sottomarina. È lì, sotto la superficie, da fuori non si vede ma è in grado di spingerti fuori rotta. Sto parlando delle nostre credenze. Secondo Rokeach (1960), il “sistema di credenze rappresenta l’insieme di aspettative, ipotesi o convinzioni, consapevoli o inconsapevoli, che una persona accetta come autentica spiegazione del mondo in cui vive”. Esse si formano per lo più nell’infanzia o in seguito ad eventi significativi della nostra vita. Quando queste credenze non sono funzionali ma sono errori di ragionamento ci possono trascinare in situazioni contraddittorie, dato che è difficile metterle in discussioni poiché sono molto radicate nelle nostre mappe mentali.

4. Rimanere imbrigliati nella rete

In questo specifico caso a frenare la nostra corsa sulla rotta del cambiamento è la nostra rete sociale ossia le altre persone.

Anche se spesso non ne siamo del tutto consapevoli, viviamo in una dinamica circolare, dove ogni cambiamento che decidiamo di apportare nella nostra vita si ripercuote non solo su di noi e sulle persone che entrano in contatto con noi ma a loro volta, familiari, amici e colleghi, con la loro reazione al nostro cambiamento hanno delle conseguenze indirette su di noi e se siamo particolarmente sensibili al giudizio altrui tendiamo a bloccarci e a soffocare il cambiamento sul nascere.

Per superare la resistenza al cambiamento non sono sufficienti le motivazioni, né gli argomenti e neppure i consigli altrui. L’aspetto fondamentale è desiderare di cambiare facendo sì che tale trasformazione rinforzi la nostra identità, invece che negarla.

Presto troverai sul blog un articolo su come possiamo superare le nostre resistenze al cambiamento.

Autrice: Dott.ssa Claudia Vincis

Psicologa e psicoterapeuta, creatrice di BeneficaMente

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