Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo sofferto. Alcuni di noi riescono a lasciarsi tutto alle spalle, altri invece rimangono ancorati a ciò che è stato. Camminano con lo sguardo rivolto indietro piuttosto che davanti a loro.

Molte persone si trovano in questa situazione. Ma come mai alcuni di noi rimangono bloccati nel passato?

Fondamentalmente sono due le dinamiche sottostanti a questo stato di cose.

La prima riguarda la tendenza a rimanere nella nostra zona di confort.

Anche se ciò che ci circonda non è poi così confortevole è pur sempre conosciuto. Sappiamo sempre cosa aspettarci dal nostro habitat e dalle persone che ci circondano.

E questo ci dà sicurezza.

Sembrerà strano ma tendiamo a preferire ciò che conosciamo anche se ci porta ben pochi benefici piuttosto che scegliere ciò che ci è sconosciuto ma che potenzialmente potrebbe essere molto positivo per noi.

La mente ci trascina nel continuo ricordo di situazioni che si sono rivelate sfavorevoli, portando così all’immobilità.

Ci convinciamo che visto che in passato qualcosa è andato storto, non vale la pena riprovarci, poiché succederà di nuovo. Una profezia che si auto avvera.

Mi viene sempre in mente una frase di Ford che mi è rimasta particolarmente impressa…”che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione”.

Il potere della nostra mente di farci raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati o di auto sabotarci mi affascina ogni volta.

L’ignoto ci fa sentire vulnerabili ed esposti. Senza controllo della situazione.

A proposito di questo, vorrei che tu riflettessi attentamente su una questione fondamentale: sei proprio sicuro di avere il controllo delle situazioni che vivi? E cercare di tenere tutto sotto controllo quanto ti costa in termini di tempo, energie, spontaneità e serenità?

La seconda dinamica riguarda il nostro bisogno di giustizia. Infatti, molto spesso ci aggrappiamo al passato perché dentro di noi siamo intimamente convinti che chi ci ha fatto soffrire in qualche modo debba riconoscere il dolore che ci ha causato e rimediare al torto commesso.

Sentiamo in qualche modo che se la persona non riconosce la sua colpa noi non siamo legittimati e riconosciuti nel nostro dolore. Ma questa ammenda e questo recupero raramente si verificano.

Davanti abbiamo solo due opzioni: rimanere esattamente al punto in cui siamo ad aspettare che si verifichi un evento che difficilmente accadrà o scegliere di lasciar andare.

E allora che fare?

Come si lascia andare?

Scegli il meglio per te stess*

Qualunque opzione scegliamo alla base c’è la nostra responsabilità di agire prendendo una decisione. Anche rimanere fermi è un’azione. Scegliamo di non agire. Di rimanere in attesa…Noi siamo responsabili della nostra vita nel presente.

Quindi dobbiamo consapevolmente decidere di farlo. Prendi la situazione in mano, non lasciarti dominare dal ricordo.

Accetta di non poter cambiare ciò che è stato.

La realtà è sempre mediata dal filtro della nostra interpretazione, ecco perché occorre rinnovare completamente il modo di pensare al nostro passato.

Lasciar andare il passato non significa per forza dimenticare. Può semplicemente voler dire ridimensionare l’impatto emotivo dell’esperienza vissuta, accettarla e permetterci di andare avanti. In terapia uso diverse tecniche per raggiungere questo obiettivo e i pazienti ne traggono molto sollievo.

Prenditi il tuo tempo

Non importa di quanto tempo avrai bisogno per lasciarti il passato alle spalle. Sappi che forse ce ne vorrà molto, ma questo non deve farti sentire frustrat*. Stare male è perfettamente accettabile e soprattutto non è la fine del mondo: rispetta i tempi della tua sofferenza, solo così potrai accettarla e superarla.

Perdona

Il passo successivo è scegliere di perdonare chi ci ha arrecato dolore e forse anche noi stessi per averglielo in qualche modo permesso. Ci sentiamo in colpa perché non siamo stati in grado di accorgerci dell’inganno o non siamo stati abbastanza forti da difenderci.

Non siamo più le persone del passato. Adesso abbiamo più esperienza e siamo più forti.

Ma poi perché perdonare qualcuno che probabilmente non se lo merita?

Decidere di farlo non sminuirà il tuo dolore e non allevierà la sua responsabilità ma ti renderà libero. “Perdona gli altri, non perché essi meritano il perdono, ma perché tu meriti la pace”.

Affronta le tue paure

La paura suscitata dal ricordo di un evento passato può spingerci a cambiare le nostre abitudini e a limitare notevolmente la nostra gamma di esperienze.

A volte si ha l’impressione che alcuni episodi del passato siano così brutti che se solo ci si rivà con il pensiero ci si ritrova immersi in quella spiacevole esperienza. E tutto così doloroso da diventare inaccettabile, cerchiamo di sfuggire e di negare, mentre però nella nostra testa sono più vivi che mai e non fanno che farci stare male.

Forse è il momento di affrontarli: cerca di capire perché ti fa così male? Perché ti spaventa? Prendere consapevolezza delle tue motivazioni e dei tuoi schemi mentali ti potrà essere d’aiuto per affrontare la tua paura.

So che tutto questo può sembrare difficile e la sofferenza ci può far sentire soli. In più a volte le persone che ci circondano ci fanno sentire non capiti e addirittura giudicati perché ancora soffriamo e ancora non abbiamo dato un colpo di spugna.

Da fuori è sempre più facile… tu comunque prova ancora, magari seguendo le indicazioni di questo post! Non arrenderti!

E se non riesci da solo, non sentirti incapace. Chiedi aiuto. Se avessi una gamba fratturata andresti da un medico o faresti un’ingessatura di fortuna da solo? E allora perché non fare lo stesso per la tua anima?

Autrice: Dott.ssa Claudia Vincis

Psicologa e psicoterapeuta, creatrice di BeneficaMente

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